Domenica 26 marzo ore 19.30
DINNER PARTY
Una serata dedicata a Judy Chicago pioniera dell’arte femminista e alla sua opera Dinner Party,
con la presenza straordinaria di Gail Levin, celebre storica dell’arte, che ci racconterà degli effetti sconvolgenti che la sua opera ha prodotto nell'arte e nella società.
 
 The Dinner Party, 1974–79.  Installazione permanente situata presso l’ Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art, al Broocklyn Museum of Art di New York.  Importantissima icona e opera chiave dell’arte femminista degli anni Settanta, nonché pietra miliare dell’arte del ventesimo secolo, “The Dinner Party", creata nell'arco di quattro anni (1975/1979) da centinaia di volontarie supervisionate da Judy Chicago. «Fu creato - spiega - per mettere fine al ciclo di omissioni che hanno escluso le donne dalla storia». Il cuore dell'opera, ricchissimo ensemble di ceramiche, ricami e arazzi, è un tavolo - un enorme triangolo equilatero - formato da trentanove posti con teli ricamati e piatti dalle forme vaginali, ognuno intitolato a figure femminili immensamente influenti, da Saffo a Virginia Woolf, passando per l'abolizionista afro-americana Sojourner Truth.
 
Lo scopo proclamato di questo immenso tavolo-altare triangolare composto di ceramiche, arazzi, sete e ricami è sempre stato la riscoperta e glorificazione di donne famose della storia come della mitologia. 
Dalla Dea della Mesopotamia Ishtar a Virginia Woolf, da Kali a Saffo, da Santa Brigida a Georgia O'Keefe. 
Ma fin dal giorno in cui era stato esposto per la prima volta nel 1979, al Museum of Modern Art di San Francisco, aveva attirato enormi folle curiose diventando pietra dello scandalo. 
Denunziato dai critici come pura pornografia, condannato dai Membri del Congresso democratici e repubblicani come un affronto alla modestia e alla virtù di tutte le americane; per altri invece è sempre stato e resta uno dei capolavori del secolo.
Ad anni di distanza e dopo essere stato visto da milioni di persone il Dinner Party suscita tuttora le stesse polemiche. Originariamente la causa dello scandalo non era tanto la glorificazione delle 33 donne della storia a cui erano stati assegnati posti a tavola e delle altre 999 i cui nomi erano istoriati nelle piastrelle dell'impiantito, ma le vulve rappresentate in ognuno dei grandi piatti di maiolica del festino. Per Judy Chicago l'identità della donna era prima di tutto sessuale, e la vulva ne era la bandiera: l'obbiettivo della rivoluzione era la fine della tirannia fallocratica. In effetti prima di essere un'opera d'arte e una esperienza estetica, il Dinner Party era un manifesto e un atto di ribellione.
 
Judy Chicago (nata a Chicago nel 1939) è un artista femminista, intellettuale di fama internazionale, ha avuto un’influenza grossissima nella comunità artistica. Le sue opera sono state esposte frequentemente negli Stati Uniti e nel mondo intero. Nonostante i successi che aveva avuto giovanissima con le sue pitture astratte, Judy Chicago si era convinta che il movimento dell'arte femminista doveva essere più sociale che estetico e che non poteva esserci un'arte femminile senza la consapevolezza "sessuale" delle artiste stesse, perciò dopo aver ripudiato perfino i cognomi ereditati dalla famiglia o dal marito, aveva creato un programma di arte femminile nel college di Fresno (California). In seguito, in un palazzo abbandonato di Los Angeles, ribattezzato” Womanspace”, aveva costruito un laboratorio "spirituale" in cui donne addestrate in differenti discipline e mestieri potevano coltivare la propria coscienza femminile riguardo all'arte. Il Dinner Party era stato il risultato più cospicuo di quell'impegno.
 
Gail Levin, insegna Storia dell’Arte a New York, è Distinguished Professor Baruch College and the Graduate Center The City University of New York è inoltre Distinguished Professor Baruch College and the Graduate Center; Gail è la seconda donna nella storia dell'Università Americana a essere stata insignita di questo titolo. E’ autrice della biografia Becoming Judy Chicago.
Seguirà Dinner Party all’altezza!!!