Mercoledì 5 novembre 2008 : 0re 19.00 per il ciclo "il puro e l'impuro"
CORPI IN TRANSITO
VIRTUALI, VISUALI, BIO E TECNOLOGICI…QUALI SPOSTAMENTI,
MUTAMENTI, MUTAZIONI…..E DI QUALE “GENERE” ?
VIAGGIO DEI CORPI NELLA “VISUAL CULTURE”

Oltre a fare un’analisi dell’invasione e pervasione nella cultura delle nuove tecnologie, a volte sostitutive (o perfino ‘migliorative’?) dei corpi, delle identità sessuali, degli affetti e dei valori umani, vogliamo indagare attraverso la lettura di mutazioni, meticciati, ibridazioni, contaminazioni, osmosi, relazioni plurali, spazi e disseminazione di realtà multiple, le forme di resistenza ai processi di globalizzazione, e ai fondamentalismi sessuali e sessuati, che ci invitano a ragionare e rielaborare ripartendo dall’ ORA.

Non per inneggiare certo a quell’abnorme narcisismo del “tutto è possibile e sperimentabile” senza senso alcuno del limite, senza pensieri e ripensamenti, ma per valutare e rendersi consapevoli di percorsi culturali che possono rendere spettacolarmente belli ( o brutti), in forma (o de-formi) i nostri corpi culturali, i loro immaginari “visuali” prima ancora che umani.

Intervengono: Anna Camaiti Hostert - Daniela Pellegrini -Tiziana Villani
Testimonianza: di Maria Montesano
Partecipano: Francesca Pasini - Roberta Sassatelli

proiezioni:

"Transgeneration"

"Les Passeurs" di Hejer Charf premiato al Festival della Pace di Firenze

LE TEMATICHE

Il corpo e i suoi generi
Daniela Pellegrini

(Fondatrice a Milano nel 1965 del primo gruppo italiano di donne :“Dacapo” (Donne contro autoritarismo patriarcale o anche Donne a Capo). in seguito modificato in “Demau” (Demistificazione Autoritarismo Patriarcale). Nata a Belluno 1937, vive a Milano dove insieme a Nadia Riva è stata animatrice del Circolo Culturale e Politico delle Donne, Cicip & Ciciap, da loro fondato nel 1981. (Dal 2004 la gestione del Circolo è condivisa con altre donne.) Con Nadia Riva ha voluto, gestito e finanziato la rivista Fluttuaria, segni di autonomia nell’esperienza delle donne, di cui sono stati pubblicati diciassette numeri tra il 1987 e il 1994. E su cui appaiono molti suoi scritti. Il suo libro:”Una donna di troppo, storia di una vita politica ‘singolare’”, è in attesa di pubblicazione)

L’immaginario coatto del DUE, elaborato da secoli dalla cultura e dalla società a scopi di potere e di discriminazione sessuale e sessuata, è finalizzato alla procreazione e alla sua strumentalizzazione, in particolare sui corpi delle donne, ed ha cancellato le libere sessualità individuali, le loro scelte comportamentali e i loro piaceri, coartandole entro stereotipi fondamentalisti e a panorami pornografici, siano essi legalmente riconosciuti ed affermati o aborriti e puniti….
Questo immaginario duale a tutto tondo si è impossessato delle menti e dei desideri di tutte/i, e costituisce non a caso il “ fondamento” di ogni loro possibile “scelta”(!?) e perfino di ogni possibile “ trasgressione” (!??). Per non parlare della loro sofferenza ed infelicità…..
Un immaginario - coadiuvato ora da tecniche biotecnologiche e perfino da dictat legali - che, obbligando a rigide scelte e identificazioni di campo come unica modalità sessuale e sessuata identitaria, giunge perfino , in casi estremi di mancato adeguamento dei soggetti, a determinare scelte invasive e autolesioniste sul proprio corpo, anche a scapito del proprio piacere, per “dimostrare di essere”- o meglio per “essere visti”!; per essere” conformi ad almeno uno dei DUE”, cioè per poter esistere …
Un immaginario che ora sta transformando il nostro corpo in mero “corpo visuale (da far vedere, visto, per essere riconosciuto come reale(?)”che rappresenta la conclusione ultima della cancellazione e del disprezzo che hanno soppiantato l’erotismo, i suoi liberi vissuti e le sue emozioni. Quell’erotismo che le pluralità delle mille differenze che il corpo delle donne e i loro piaceri e le loro emozioni esprimono come risorse alla libertà senza bisogno di coatta trasgressione.
Ci si può chiedere, allo stato attuale delle messe in discussione del “genere” avanzate da alcune femministe da un lato (io stessa per prima, fin dagli anni 60 (1), e dalle sempre più sofisticate capacità tecniche e bio-tecnologiche dall’altro, se ,ed entro quali nuovi (?) immaginari e in quali termini questa libertà può aver iniziato il suo svelamento.

(1)“Per prima cosa bisognerebbe scoprire la vericità dell’esistenza a priori di ogni dualismo in ogni possibile contesto umano e in ogni individuo sessuato, sia esso maschio o femmina, e anche quando non lo potessimo appurare e dato che tale dualismo ora ci appartiene, dovremmo studiarne e tentare di praticarne il superamento. Ho la presunzione che il come sia il compito storico delle donne”. E’ da questa considerazione di partenza che Daniela Pellegrini ha deciso di fondare a Milano nel 1965 il primo gruppo italiano di donne, chiamando a raccolta le sue amiche. All’inizio lo denominò “Dacapo” (Donne contro autoritarismo patriarcale o anche Donne a Capo). In seguito, fu modificato in “Demau” (Demistificazione Autoritarismo Patriarcale)………………..
…. E’ interessante rilevare come il pensiero di Daniela Pellegrini e gli ultimi sviluppi del pensiero femminista americano, pur provenendo da percorsi completamente diversi, trovino di nuovo una coincidenza di prospettiva: il superamento delle differenze . Daniela Pellegrini lo definisce “luogo terzo in una scelta di valori umani positivi e condivisi” .
Mariuccia Masala 1996)

Proiezione “transgeneration” DVD



Intervento/Testimonianza di Maria Alessio Montesano: “ Transneuroni. Starci dentro”


Corpo: il linguaggio della trasformazione
Tiziana Villani

(Tiziana Villani è scrittice e saggista. Dirige la rivista « Millepiani » e svolge lavoro di ricerca presso il Dipartimento
di Filosofia Urbana dell'Université Paris XII. Tra le sue pubblicazioni: Parcours dans l'oeuvre de Leonor Fini,
Trinkwell, Paris-Bruxelles, 1988; Demetra. La spiga recisa, Mimesis, Milano, 1987; Cavalieri del vuoto, il nomadismo
nel moderno orizzonte urbano, Mimesis, Milano, 1992, 1994; Athena Cyborg, Mimesis, Milano, 1995; Gilles Deleuze.
Un filosofo dalla parte del fuoco, Costa & Nolan, Milano, 1998; la voce Corpo in Lessico postfordista (a cura di U. Fadini
e A. Zanini), Feltrinelli, Milano, 2001. La blessure, l’événement, la liberté. Gilles Deleuze et les stoïciens in Aux sources
de la pensée de Gilles Deleuze, Les Editions Sils Maria, Parigi-Bruxelles, 2005, Il tempo della trasformazione, Roma,
Manifestolibri, 2006. Collabora con diverse riviste italiane e straniere tra cui « Urbanisme ».)

“Il corpo, il corpo delle donne costituisce in questo momento di trasformazione antropologica un particolare piano di contesa e di conflitto. Non é solo la violenza a darci una sorta di misura di questa inquietudine/paura, quanto l’eccedenza che la corporeità esprime in un’epoca in cui le biotecnologie e le nuove tecnologie della comunicazione tendono a costruire un nuovo paradigma.
Il corpo è un’eccedenza in rapporto alle tecniche di perfettibilità e di omologazione della vita. La sua singolarità, forza e caducità è l’indicatore di esigenze, bisogni e affettività che producono linguaggio capaci di fuoriuscire da ogni logica di appiattimento. Questa eccedenza costituisce così un sapere materiale e creativo che è in grado di superare quel divorzio tra sapere e conoscenza che si è consumato nella modernità.
Riprendere queste analisi significa operare in direzioni diverse come nel caso di donna Haraway che si è interrogata sulle trasformazioni cyber in una prospettiva femminista, piuttosto che nel modo di Carolyn Merchant che è impegnata sul terreno dell’eco-femminismo o Vandana Shiva che riprende in senso avanzato la prospettiva di uno sviluppo sostenibile soprattutto nelle aree più povere del mondo.
Il mio stesso lavoro si colloca tra questi versanti assegnando al corpo e al femminile una rinnovata centralità nel tempo della mutazione antropologica in cui la virtualizzazione dev’essere intesa come altra espressione del reale e dunque altra corporeità capace di connettersi con la dimensione di una materialità la cui eccedenza ne è l’espressione di intelligenza”


Corpo, affettività, trans: entità di un nuovo agire politico nella società visuale.
Anna Camaiti Hostert


(Anna Camaiti vive tra l'Italia, gli Stati Uniti e la Francia. In Italia ha insegnato all'università di Roma "La Sapienza" e a quella di Pisa, mentre negli Stati Uniti alla Loyola University e all'università dell'Illinois a Chicago, alla USC (University of Southern California) a Los Angeles e alla FAU ( Florida Atlantic University) in Florida. Si occupa di Filosofia e Visual Studies che ha introdotto in Italia con speciale riferimento al cinema e ai media visuali.
Tra le sue ultime pubblicazioni: Passing. Dissolvere le identità, superare le differenze del 1996, (ripubblicato in Italia dalla Meltemi nel 2006 e negli Stati Uniti dalla Farleigh Dickinson University Press nel 2007), Sentire il cinema (2002). Ha inoltre curato assieme a Anthony J. Tamburri il volume Scene italoamericane. Rappresentazioni cinematografiche degli italiani d'America (2002) pubblicato contemporaneamente negli Stati Uniti.  Nel 2004 ha pubblicato con la Meltemi editore Metix. Cinema globale culture visuale(2004).
Ha collaborato con RAIsat dove ha creato un programma di cinema legato alla formazione delle identità etniche dal titolo Metix da uno dei suoi libri. Collabora al quotidiano Il Manifesto.)

“Corpo delle donne, sensualità, affettività , attraversamenti: espressioni in modi e contenuti diversi di una possibile trasformazione sociale. Possono ancora queste parole avere un significato politico di attualità in una società sempre più visuale e sempre più affamata di immagini che si presentano all’occhio assuefatto di uno spettatore abituato a credervi per continuare a guardare?
In un mondo agitato da spinte contrastanti (centripete e centrifughe) il corpo delle donne sembra ogni giorno, da un lato, essere oggetto di una nuova e antica violenza sempre più mediatizzata e, dall’altro, usufruire di nuove tecnologie che ne trasformano la dimensione puramente biologica in quella di un agente semiotico materiale portatore di nuovo senso, come ci ha insegnato Donna Haraway, la cui portata dirompente viene tuttavia esorcizzata dai media , ridotto come é a pura apparenza sul mercato visuale. Tuttavia non é più possibile criticare il mondo visuale e mediatico con gli strumenti pesanti dell’ideologia. La profondità non addenta più la superficie e bisogna ripensare le categorie della critica al visuale, come ci ha insegnato Rey Chow, usando strumenti che senza essere per questo superficiali riescano a mostrarne tutto il potere di quella superficie senza rifiutarlo, ma anzi a indirizzarlo nel senso della trasformazione.

La mia posizione al proposito è apparsa tempo fa in un piccolo libro dove sostenevo che la trasformazione è possibile solo se, per dirla con Clarice Lispector, la radici dell’identità vengono messe in discussione nei loro principi basilari e si stabilisce un sentire affettivo di “corpi multipli” e un vedere di “occhi multipli”. In seguito ho compreso che il prefisso “trans” dell’attraversamento e quindi della possibilità di percorrere strade sconosciute applicate al corpo (l’oltrepassare i confini della sessualità e pertanto anche i generi: transgender) e delle contaminazioni culturali che si stanno verificando in tutta Europa tra culture di origine e culture ospitanti, (Arjun Apppadurai ce ne ha spiegato magistralmente il funzionamento) determinando quei processi di transculturazione che indirizzano i modelli di sviluppo e quelli ambientali, é essenziale. Esso infatti impone uno sguardo approfondito (lo sguardo trasversale dei “visual studies” che vivono negli interstizi, negli space off nell’interpretazione controversa e ambigua delle immagini) mi sembra oggi più che mai descrivere una strategia che fa del femminile il perno di una trasformazione politica che in una società visuale é in grado di far emergere i fantasmi che altrimenti resterebbero invisibili.
La sensualità, l’affettività di un corpo attraversabile e di uno sguardo trasversali sono gli ingredienti di un tempo in cui la politica ha bisogno disperato di parole e narrazioni nuove, di nuove immagini e nuovi immaginari. Senza gli affetti che ne sono le fondamenta non è possibile pensare un tempo futuro e nessuna trasformazione sociale”.

 
Proiezione

Hejer Charf: “Les passeurs” (2005)

Hejer Charf è nata in Tunisia e vive a Montreal, Canada, dove ha fondato nel 1996 la Najar Productions Inc., ,una compagnia che produce films ed autori indipendenti. Hejer Charf , giornalista,critica cinematografica e organizzatrice di festivals. Produttrice di film documentari, tra cui, Paroles de Sahariens (1993) e Carthage 92, Le cinéma arabo-africain per la televisione.
LES PASSEURS è stato ospite d’onore al 25° FLORENCE WOMEN INTERNATIONAL FILM FESTIVAL (2003)  e ha ricevuto il “PREMIO DELLA PACE DELLA COMUNITA’ DI FIRENZE”.E’ stato selezionato in molti festivals tra cui: LES RENDEZ-VOUS DU CINÉMA QUÉBÉCOIS (2004), e il FESTIVAL ARABE DE MONTRÉAL (2004). Il suo prossimo film verterà sulla cultura araba e musulmana nella società del Quebec. Sta terminando un documentario su come viene percepita in Quebec la situazione in Libano.

Bibliografia

Daniela Pellegrini e Elena Rasi :“.Sesso e Società” su rivista Centro Studi Lombardo Documenti 6 - 1965
Daniela Pellegrini:“Essere e non esserci, ovvero,“due non è abbastanza Fluttuaria 1991 ed.Cicip & Ciciap
Daniela Pellegrini:“La differenza coatta: Errori e distrazioni simboliche nella radicalizzazione dell’Alterità sessuata” 1992, In ritardo di un anno, esce su Fluttuaria n.16 edCicip&C
Daniela Pellegrini:”Per abitare il mondo” Fluttuaria, numero 13/14, 1990 ed.Cicip & Ciciap

Audrey Lorde: "Uses of the Erotic - The Erotic As Power " tradotto da:Rosanna Fiocchetto su opuscolo dal CLI (Collegamento tra Lesbiche Italiane), Roma.


Mary Nicotra “TransAzioni - Corpi e soggetti in viaggio” Il dito e la Luna ed 2006
Carla Lonzi: La donna vaginale e la donna clitoridea “ Rivolta femminile ed.
Piaget V “La rappresentazione del mondo nel bambino”- ed. Einaudi, 54
ATTV, a cur aB. Beccalli e C.Martucci “Con voci diverse, un confronto sul pensiero di Carol Gilligan” La Tartaruga ed 2005
Judith Butler, Scambi di genere. Identità, sesso e desiderio Il Saggiatore
,La difsatta del genere, Meltemi -
Bisogno F.; Ronzon F. (a cura di)
Altri generi. Inversioni e variazioni di genere tra culture, Il dito e la luna 2007 Teresa De Lauretis: Pratica d'amore, La Tartaruga
Soggetti eccentrici, Feltrinelli 1999

Elisa Arfini, Scrivere il sesso. Retoriche e narrative della transessualità, Meltemi 2007

Poidimani Nicoletta, Oltre le monocolture del genere, Mimesis 2006-
Tiziana Villani : Parcours dans l'oeuvre de Leonor Fini, Trinkwell, Paris-Bruxelles, 1988;
Demetra. La spiga recisa, Mimesis, Milano, 1987;
Cavalieri del vuoto, il nomadismo nel moderno orizzonte urbano, Mimesis, Milano1992/4,;
Athena Cyborg, Mimesis, Milano, 1995;
Anna Camaiti Hostert: Passing. Dissolvere le identità, superare le differenze (2006) ed Meltemi

:Metix. Cinema globale e cultura visuale (2004) ed Meltemi.

Arjun Appadurai Modernità in polvere Roma Meltemi
Homi Bhabha I luogi della cultura Roma, Meltemi
Rey Chow Il sogno di Butterfly  Roma Meltemi
Donna Haraway Manifesto Cyborg Milano Feltrinelli
Nicolas Mirzoeff Introduzione alla cultura visuale Roma, Meltemi
                           Guardare la guerra Roma, Meltemi
Fernando Ortiz Il contrappunto del Tabacco e dello zucchero Milano, Rizzoli
Sandy Stone The Empire Strikes Back "in Body Guards: The Cultural Politics of Sexual Ambiguity (Kristina Straub & Julia Epstein eds) New York
,Routledge
Just Evelyn Mom I need to Be a Girl Imperial Beach, Walter Trook Publishing

.Haraway D., A Cyborg Manifesto. Science, Technology and Socialist- Feminism in the Late Twenthiet Century, New York, Routledge, 1991. Edizione italiana Feltrinelli

M. Foucault, Le gouvernement de soi et des autres. Cours au Collège de France. 1982-1983, Paris, Gallimard-Seuil, 2008

Vandana Shiva –Maria Mies, Ecoféminisme , marchandise - La dérive des droits de propriété intellectuelle (Protect or plunder?), Éditions de l’Atelier et Éditions Charles Léopold 1966

La guerre de l’eau - Privatisation, pollution et profit marchandise - La dérive des droits de propriété intellectuelle (P rotect or plunder?), Éditions de l’Atelier et Éditions Charles Léopold Mayer edizione italiana Feltrinelli

Ethique et agro-industrie, marchandise - La dérive des droits de propriété intellectuelle(P rotect or plunder?), Éditions de l’Atelier et Éditions Charles Léopold Mayer
.
Vandana Shiva et Marcel Blanc, Le terrorisme alimentaire - Comment lesmultinationales affament le tiers-monde marchandise - La dérive des droits de propriété intellectuelle(P rotect or plunder?), Éditions de l’Atelier et Éditions Charles Léopold Mayer, 2001
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Merchant C., La morte della natura, Milano, Garzanti, 1988.